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Story Contributors: Alessio Razeto
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Roberto Lacorte’s New Racing Machine is Pure Performance
Era la barca a vela più attesa del 2022, quella che ha fatto – e farà – parlare di sé per molto tempo. Una sfida nella sfida, il primo scafo ad affrontare così tante incognite progettuali e che ha mosso i primi ‘voli’ da pochi giorni, in attesa del suo arrivo in Italia per andarsi a prendere i record in tempo reale delle principali regate offshore. Powered by North Sails!
“Per comprendere appieno il significato e le finalità di uno scafo simile, occorre prima conoscere bene il suo armatore Roberto Lacorte. – ci racconta da Valencia Alessio Razeto, nella triplice veste di sail trimmer a bordo di FlyingNikka, responsabile del programma vele e consigliere di Amministrazione di North Sails Italia – Con Roberto ci siamo conosciuti in occasione della costruzione del primo Nikka, un Vismara-Mills 47.
Era il 2012, e rispetto a dove ci troviamo adesso, direi un’era geologica fa! In quegli anni muoveva i primi passi anche una sua altra creatura, la 151 Miglia – regata che oramai fa il sold-out a ogni edizione. In quella occasione si è anche formato il ‘gruppo’ che è insieme ancora oggi. Dopo il 47 siamo passati a un altro progetto ambizioso: partendo da un foglio bianco abbiamo concepito e realizzato il 62’ SuperNikka sempre con il binomio formato da Mark Mills e Alessandro Vismara. Era il 2015 e vinciamo la 151 in reale a 4 giorni dal varo, un’impresa davvero difficile, ma che già lasciava intuire che al fianco di un armatore così, non avremmo mai smesso di correre. Né in mare né a terra.
I risultati sono arrivati, il gruppo originale era rimasto lo stesso e la barca andava molto bene, ma si trattava sempre di una misura di compromesso, talvolta si finiva con i 72’, altre con i 50’ con risultati alterni. Nonostante le grandi soddisfazioni che ci siamo tolti, ad esempio vincendo il mondiale a Porto Cervo per 4 volte.
E così – prosegue Razeto – siamo arrivati al punto di svolta: cambiare la barca e andare avanti nel percorso di amicizia e di sport consolidato da migliaia di miglia in regata, da quelle tante gioie e altrettante delusioni tipiche della vela, uno sport dove non si arriva mai secondi, ma si imparano sempre lezioni importanti. Ed è così che Roberto Lacorte abbandona la strada dei compromessi, vuole un racer puro e decide altresì che le vacanze le avrebbe fatte su un altro tipo di barca.
L’interlocutore per il nuovo progetto, sempre nella logica del gruppo, è Mark Mills che presenta i primi disegni di un 75’ abbastanza radicale, ma non abbastanza. ‘Cosa c’è di nuovo? Io voglio lasciare il segno’ queste le esatte parole di Roberto mentre osserva i piani del concept di Mills, che raccoglie subito la sfida. Erano da poco usciti in mare gli AC75 e l’attenzione – e gli immancabili dubbi – di tutta la comunità velica mondiale erano catalizzati dai nuovi mostri di Coppa America.
E così siamo partiti anche noi – conclude Razeto – condividendo la sua visione e dimostrando ancora una volta la coesione del gruppo. FlyingNikka è nata così, una sfida progettuale senza paragoni, con una serie infinita di aspetti tecnologici inesplorati e nei confronti dei quali non avremmo potuto beneficiare del travaso tecnologico proveniente dagli scafi di Coppa che, a differenza nostra, sono pensati per volare sempre e per stare in acqua 90 minuti al massimo e con un range di vento prestabilito. Noi staremo in mare anche di notte, dovremo avere una barca marina e, last but not least, dalle prestazioni accettabili anche in dislocamento, abbiamo un motore termico e così via. Ci piace pensare di aver esteso il concetto di limite alto e limite basso propri degli AC75 e in questo siamo sicuramente i primi.
Dal punto di vista del corredo vele, abbiamo un enorme vantaggio dalla tecnologia HELIX di North, che deriva proprio dagli scafi AC, e che ci consente di realizzare vele strutturali. Un dettaglio non trascurabile a bordo di uno scafo senza paterazzo né volanti. Per avere una idea approssimativa del load sharing sul fiocco, i carichi sono ripartiti all’80% sul fiocco e il resto sullo strallo. Un dato analogo è applicabile anche alla randa, naturalmente realizzata con la tecnologia HELIX.
Tutte le vele sono in 3Di Raw full carbon e, considerato l’impegno nel progettarle e realizzarle, abbiamo coniato il nuovo termine di ‘ultra-custom’. L’inventario di FN comprende una randa square-top da 140 mq, con due mani di terzaroli (122 e 73mq), quattro vele di prua, dal J1 di 93mq al J4 di 44mq, il tutto per le andature in volo, mentre abbiamo un grande code di 150 mq da utilizzare unicamente per la navigazione in dislocamento.
In questi giorni siamo a Valencia per le prime uscite e per il momento, considerate le mille incognite del progetto, siamo riusciti a volare in diverse occasioni e navigare molto veloci con venti leggeri. Abbiamo davanti a noi tante miglia e tante regate. Un progetto ambizioso di cui tutti ci sentiamo parte, una grande famiglia e un team affiatato, proprio come piace a quel Roberto Lacorte che, nel 2012, metteva in acqua il suo primo Nikka.
Un’era geologica fa, appunto.
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