GIULIO DESIDERATO E GLI ONE DESIGN
E’ uno degli uomini chiave del loft di Carasco per le vele dedicate agli one design. Sempre a bordo come tattico, randista o coach. Spiega il grande lavoro di North Sails e regala qualche consiglio agli armatori.
Giulio Desiderato è un ottimo velista che ha fatto della sua passione un destino professionale. Dopo una bella carriera con il 470 “il mio cuore resta li” di cui è stato campione italiano under 21 e poi assoluto e molti anni tra i probabili olimpici italiani, è entrato nella grande famiglia dei velisti North Sails come responsabile del settore one design del loft di Carasco, inoltre è l’unico italiano nel gruppo di cui fanno parte che hanno un ruolo nella strategia della veleria in riferimento al futuro. Laureato in economia ha svolto una tesi sull’industria nautica e un master in sport management. Come tutti i “tigers” è sempre imbarcato sulle barche che issano un guardaroba costruito da North Sails come velista professionista, alternando i ruoli di randista e tattico oltre a quello di coach. Come racconta: “amo i piccoli one desing che mi danno ancora le sensazioni di una barca dove è molto importante lavorare sul dettaglio, su come muoversi. A bordo ho sempre cercato di migliorarmi e di lavorare sempre con dei compagni diversi da cui ho imparato molto”. La sua dote migliore? Probabilmente sono la grinta e la determinazione, la volontà di non perdere mai di vista il traguardo finale anche nei momenti di crisi.
Come si svolge il lavoro all’interno di North Sails per quanto riguarda il settore monotipi?
“Noi lavoriamo sia a livello italiano che mondiale. Abbiamo una squadra dedicata al settore one design che io seguo direttamente. E’ composta da Andrea Casale, Stefano Orlandi, Riccardo De Felice, velisti ed esperti del settore. Inoltre contiamo sul confronto dall’estero con tutti gli specialisti NS con i quali abbiamo un contatto quasi quotidiano. Usiamo tutte le risorse possibili del loft, come può essere per Daniele Cassinari, AD di North Sails Italia e Sales coordinator di North Sails Europa, che naviga spesso sugli one design mettendo a frutto l’esperienza del suo passato. Conto anche sul confronto con Alessio Razeto direttore commerciale Italia che viene informato sullo sviluppo delle attività. North Sails è la veleria più presente in tutte le classi, e sono centinaia di classi. Ognuna ha una serie di ‘class specialist’ coordinati da un class leader. Pratichiamo sempre un lavoro di feedback tra velisti e disegnatori North per restare aggiornati e realizzare sempre il prodotto migliore. La vera chiave del nostro successo è proprio il lavoro di gruppo, la forza delle persone che danno un contributo concreto. Io seguo direttamente Melges 20, 24 e 32 e il J70”.
Come vi comportate per il settore olimpico?
“In questo settore c’è stato un innesto molto importante con l’arrivo durante l’ultimo anno di Riccardo De Felice, cui abbiamo dato come focus principale le derive piccole, dall’Optimist alle classi olimpiche passando per il Moth e il classe A. Riccardo sta seguendo il progetto Optimist che cresce e cui dedichiamo molte energie. Tra gli one design e le classi olimpiche cerchiamo di applicare tutti i vantaggi industriali che North Sails può esprimere, sia in termini di programmi per il progetto sia con i materiali, soprattutto dove è consentito l’uso del 3Di che si rivela un boost importante”.
Come si esprime questo vantaggio?
“Faccio un esempio, a livello tecnologico è da un anno che con Giovanni Cassinari e Michele Malandra sviluppiamo innovazione nel settore andando a usare risorse nate in altri settori, come la simulazione con programmi strutturali e VPP nati per le grandi barche. La forza sta nella possibilità di consultare e utilizzare diverse risorse nel gruppo nei feedback che diamo come velisti al disegnatore e allo strutturista. Questo si trasforma in un grande vantaggio per i velisti e gli armatori”.
Che consigli si possono dare a chi compra le vele?
“Dare valore alla parte invernale, la buona preparazione è quella che serve per costruire stagioni vincenti. La programmazione è la cosa importante. Iniziare già con un’idea precisa di quando e come bisogna raggiungere le massime prestazioni, esaminare la ‘regata obiettivo’ e un corretto calendario di acquisto per avere una situazione controllata. Bisogna parlarne molto con il velaio di riferimento per conoscere anche i progetti e i modelli nuovi previsti per la stagione. Chiamare uno di noi è come entrare in dialogo con tutta la veleria, perché le informazioni che abbiamo sono complete e il cliente riesce ad avere a disposizione un data base molto ampio”.
Una domanda d’obbligo è sui materiali?
“North Sails, qualsiasi sia il materiale da impiegare, Dacron o le nostre esclusive 3Di e Nordac fa della qualità un punto di forza importante e strategico. Scegliamo sempre il Dacron di migliore qualità tra i tre livelli di qualità in cui viene classificato. Le vele per 470 per esempio sono realizzate dalla veleria giapponese che ha fatto da anni della qualità un punto di forza importante. Lavora con meticolosità, dalle cuciture agli scanner per fare le foto e indagare le forme. Non tutti sanno che questo processo nato per l’America’s Cup si usa anche per queste vele. C’è sempre il velaio ma viene supportato da tutte le esperienze e le tecnologie che ci arrivano dai massimi eventi.
Il presidente di North Sails Ken Read ha partecipato recentemente a una regata in doppio con una barca di serie, uno Jeanneau Sun Fast 3300, è un messaggio? La ricerca di un contatto con un mercato medio?
“L’immagine di Ken Read che partecipa a una regata d’altura con un Sun Fast 3300 è un messaggio forte, che può far capire l’intenzione del gruppo North Sails, che vuole essere presente e vincente in tutti i settori. Come ho detto prima vogliamo essere i migliori dall’Optimist in su, con qualsiasi one design o comunque classe. Una classe simile sarà alle Olimpiadi di Parigi e North Sails, ovviamente, vuole essere protagonista”.
Parlaci del tuo rapporto con NS e come ti vedi tra 5 anni?
“Ho iniziato a lavorare in questo gruppo 5 anni fa e per le cose fatte e la fiducia che ho ricevuto mi sembra molto molto di più. Ricordo ancora quando Alessio e Daniele mi dissero che in NS ‘se non ti vuoi perdere devi avere voglia di correre’. L’anno scorso oltre ad alcune soddisfazioni sportive è arrivata quella di entrare a far parte del gruppo di management M2 che mette assieme tutti i giovani manager NS. Tra 5 anni? Ad ora non so rispondere. La mia vocazione rimangono soprattutto le regate e tutto il mondo che le circonda che sia OD o magari un giorno Gran Prix. Detto questo il maggiore coinvolgimento aziendale mi piace e spero di dare sempre un maggiore contributo”.
Dove ti vedremo la prossima stagione?
“Sarà un’altra stagione molto impegnativa. Sarò di nuovo randista sul J70 del team Petite Terrible e sul Melges 32 GSpot. Con il Melges 20 ho appena iniziato un nuovo progetto con il team Raya. Sarò coach del Melges 24 Nefeli. Infine non vedo l’ora di iniziare a navigare con il nuovissimo Swan 36 Sease della famiglia Loro Piana che mi vedrà impegnato con i primi allenamenti fin da aprile. Insomma, si continua a correre!!”.